I guadagni frutto di un investimento internazionale vengono attualmente tassati, oltre al Paese di residenza dell’investitore, anche nel Paese dove è avvenuta l’operazione con aliquote che arrivano fino al 33-35%. Come conseguenza del duplice prelievo fiscale, i rendimenti vengono affossati e sono compensati solo in parte dal recupero delle tasse trattenute all’estero. Ciò è reso possibile dalle convenzioni internazionali sancite volte ad evitare o quantomeno ridurre la doppia tassazione. Di fatto risulta però difficile far valere questo diritto e la richiesta di rimborso dal fisco estero richiede una certa onerosità operativa sia in termini di tempo che procedurali.
Con la Direttiva Faster l’obiettivo è quello di uniformare a livello comunitario la procedura di rimborso sui dividendi cercando di standardizzare, semplificare, velocizzare e rendere più sicuro il recupero fiscale.
La soluzione è di adattare un tracciato unico con tutte le informazioni dettagliate in modo tale che queste non vengano negate ai Paesi più esigenti che richiedono maggiori requisiti per il recupero ma possono essere scartate dai Paesi che prevedono una procedura più snella.
Si stima che il processo possa garantire recuperi fiscali in tempi celeri: si parla di qualche mese rispetto a qualche anno che occorre attendere oggi.
Anche le banche che attualmente hanno un peso burocratico piuttosto pesante per attivarsi per i loro clienti, con procedure di recupero differenziate per ogni Paese, godranno di una maggiore semplificazione burocratica. Gli operatori bancari avranno l’obbligo di fornire questo tipo di servizio e potranno richiedere al cliente solamente gli oneri effettivamente sostenuti che saranno più bassi dato l’utilizzo di un modello standardizzato.
La direttiva Faster dovrà essere recepita dagli stati entro il 31 dicembre 2028 e sarà applicabile dal 1° gennaio 2030.